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In memoria di Massimo Maniscalco.A cura di Giovanni Scanagatta

Nel mese di ottobre del 2024 ci ha lasciato il carissimo amico Massimo Maniscalco. La  notizia, che ci rattrista molto, l’ho avuta da uno dei figli che mi ha risposto ai messaggi che periodicamente scambio con Massimo su temi di politica ed economia. Con regolare cadenza mi mandava infatti i suoi stimolanti interventi su “Politica insieme, per una presenza pubblica ispirata cristianamente”, a cui rispondevo con mie considerazioni riguardanti soprattutto i grandi principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

Massimo era una persona di grandi interessi che spaziavano dall’impegno universitario come professore di Diritto pubblico all’Università di Palermo a quello imprenditoriale, come  presidente della Sivibus, concessionaria regionale Iveco Bus per la Sicilia e della Sira. E’ stato inoltre vice presidente di Confindustria e, per incarichi a noi più vicini, presidente della Sezione Ucid di Palermo e poi presidente del Gruppo siciliano. Tutti lo ricordiamo come vice presidente nazionale della nostra associazione.

Massimo era un interprete esemplare dell’insegnamento di San Giacomo: la fede senza le opere è sterile e senza frutti. Per difendere la democrazia dai nemici della libertà occorre impegnarsi molto e combattere i grandi pericoli dell’estremismo. Lavorare per il bene comune è un dovere di un cristiano, come insegna il pensiero sociale della Chiesa. Il motto di Massimo era questo: “Chi combatte può perdere; chi non combatte sia certo della sconfitta“.

Il mio rapporto con Massimo si è molto intensificato e ho imparato molte cose da lui, in occasione dei lavori della Commissione “Innovazione dell’Ucid e formazione”, presentati a Torino nel mese di giugno del 2015. Massimo era responsabile di uno del Gruppi di lavoro che doveva indicare il cammino futuro dell’Ucid alla luce dei grandi valori della Dottrina Sociale della Chiesa che sono lo sviluppo integrale dell’uomo, la solidarietà, la sussidiarietà, la destinazione universale dei beni, il bene comune.

Come responsabile di un Gruppo di lavoro, Massimo presentò tre proposte molto interessanti per la loro profondità e lungimiranza. La prima si intitola “adotta una classe”. L’intero movimento Ucid dovrà incontrare i ragazzi che terminano il loro periodo scolastico per parlare loro in modo positivo dei valori dell’impresa per lo sviluppo e la costruzione del bene comune, partendo dal territorio. La seconda proposta riguarda l’attenzione della gerarchia ecclesiastica alla conoscenza e alla diffusione del pensiero sociale della Chiesa. E’ fondamentale parlare non solo della parte negativa dell’impresa quando persegue unicamente la massimizzazione del profitto trascurando la dignità della persona umana che lavora, ma anche della parte positiva perché, come afferma Papa Francesco, la vocazione dell’imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita. Questo gli permette di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo.

Terza iniziativa, molto importante, andare incontro al mondo giovanile cercando, attraverso stage nelle imprese delle persone appartenenti all’Ucid, con l’eventuale accompagnamento di borse di studio, per diffondere nei giovani il desiderio di diventare imprenditori ispirati ai grandi valori cristiani della solidarietà e del bene comune.

Massimo ci ha insegnato che dobbiamo sentire forte la vocazione di essere santi nell’impresa. L’impresa non è un ostacolo alla santità, come non lo sono la politica e la presenza pubblica ispirata ai valori cristiani. Dobbiamo stare lontani, con tutte le nostre forze, dal cattivo uso dell’impresa e dal cattivo uso della politica. Ma quando si agisce secondo la propria coscienza, illuminata dalla fede, proprio nell’impresa si trovano i veri motivi per realizzare al livello più alto il progetto di testimoni della santità.

Come ho accennato all’inizio, Massimo mi mandava sempre i suoi preziosi interventi su “Politica insieme”. Mi ha molto colpito quello dedicato all’intelligenza artificiale e alla Coscienza. Egli afferma che l’obiettivo del futuro della ricerca è dimostrare che la natura della Coscienza è fondamentale e che questo cambia la natura della realtà e la storia dell’evoluzione dell’universo, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.  La Coscienza rimane una prerogativa unica e insostituibile dell’uomo perché è fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Massimo ci mancherà molto come uomo che ha saputo unire sapientemente l’amore per lo studio e per l’insegnamento ai giovani, l’amore per la testimonianza reale di imprenditore illuminato dalla fede cristiana per la costruzione del bene comune. E’ nostro dovere raccogliere e portare avanti la sua preziosa eredità per un futuro migliore.

 

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