skip to Main Content

Welfare, tra intervento pubblico e iniziativa privata – relazione a cura del Avv. Alessandro Tinivella

WELFARE, TRA INTERVENTO PUBBLICO E INIZIATIVA PRIVATA

relazione a cura del Avv. Alessandro Tinivella

Socio della nostra Sezione

Parlando di welfare è necessario dare una definizione di questo concetto.

Il Welfare, infatti, può essere visto come “l’insieme delle provvidenze economiche e dei servizi nati per rispondere ai bisogni della cittadinanza”.

Negli stati moderni esso si affianca alla Costituzione, che tutela i “pochi diritti fondamentali” quali il lavoro, la salute l’istruzione e la casa, che possono essere anche definiti quali diritti di cittadinanza necessari a dare dignità all’individuo, rispondendo a temi quali la sanità, l’assistenza e le pensioni, diventando o cercando di diventare fondamento dei sistemi democratici.

Quanto meno ciò dovrebbe essere, perché, in effetti, il concetto di welfare è un concetto nato nel trentennio che va dal 1945 al 1975, in un periodo di grande espansione economica, conseguente alla ricostruzione post-bellica

Questo limite lo si nota soprattutto se si analizza in maniera più approfondita il sistema di welfare adottato in Italia.

Esso, sostanzialmente, trae le sue origini da un modello economico caratterizzato da un’economia in crescita, da una famiglia in cui maschio percepiva un reddito, da un basso tasso di occupazione femminile e da una bassa immigrazione, venendo inteso come un sistema che doveva rispondere solo a tematiche legate ai diritti costituzionali.

Negli anni 90, tuttavia, si assiste al fallimento del sistema di welfare dal momento che lo stesso non è stato in grado di modificarsi in conseguenza dei mutamenti avvenuti nella società, passando dall’essere uno strumento di traino economico nel trentennio 45 – 75, a diventare un freno per la crescita del paese.

Questo fallimento, inoltre, deve essere anche imputato alle politiche di austerity dettate dai governi che si sono succeduti. I vincoli di bilancio che sono stati imposti alle varie amministrazioni, infatti, hanno operato solo come un freno per il welfare che non ha saputo far fronte ai bisogni della società.

Per questo motivo, infatti, in molti stati europei si è sviluppata una sorta di “pluralizzazione dei sistemi”.

Vale a dire che ai diritti della cittadinanza non si risponde più solo con un intervento del “sistema centrale” (vale a dire lo stato), ma si assiste all’intervento di altri soggetti (sia pubblici che privati) che operano per garantire tutti quei servizi, afferenti ai bisogni dei cittadini, che, prima erano erogati dallo Stato.

Passando, quindi, dal generale al particolare (andamento del sistema di welfare italiano), si nota subito come, nel nostro Paese, la gestione pubblica abbia inciso notevolmente sul fallimento del welfare, dal momento che ogni legislatura ha sempre cercato di rinviare le eventuali decisioni ai propri successori.

Avv Alessandro Tinivella

Back To Top