30 maggio 2018 – OECONOMICAE – Meditazione di Don Michele Aramini
UCID 30 maggio 2018
“La recente crisi finanziaria poteva essere l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria, neutralizzandone gli aspetti predatori e speculativi e valorizzandone il servizio all’economia reale. (…) Anzi, pare talvolta ritornare in auge un egoismo miope e limitato al corto termine che, prescindendo dal bene comune, esclude dai suoi orizzonti la preoccupazione non solo di creare ma anche di diffondere ricchezza e di eliminare le disuguaglianze, oggi così pronunciate”
Tre osservazioni generali e un auspicio.
- Il documento sottolinea in più passaggi la sua coerenza con altri documenti recenti della chiesa (tra i più citati le encicliche: Caritas in Veritate, Evangelii Gaudium, Laudato si) e rafforza le indicazioni che stanno portando tante realtà collegate al mondo religioso a rivedere le proprie scelte di investimento ad esempio in un’ottica di disinvestimento dalle fonti fossili e comunque valorizzando in economia e finanza il principio della responsabilità morale indiretta.
Rispetto ad altri documenti entra però più a fondo nei meccanismi finanziari e dell’intermediazione finanziaria puntualizzando molti aspetti in un’ottica di discernimento etico chiaramente rivolto alle persone e agli operatori richiamando anche il valore delle scelte individuali di consumo e di risparmio (e citando il voto col portafoglio).
- Nella sua terza parte rappresenta uno stimolo importante e concreto per gli operatori favorendo meccanismi di credito cooperativo, di microcredito, di attività pubbliche locali e verso i paesi in via di sviluppo e soprattutto richiamando la necessità di una regolamentazione nuova e organica del mercato che non è in grado di regolarsi da sé.
Valorizza le idee di trasparenza, di necessaria “biodiversità” economica e finanziaria, dell’istituzione di Comitati etici nelle banche.
- Condanna chiaramente le attività speculative e le gravi frodi compiute in questi anni (citato il caso di alterazione del LIBOR) e quindi formula diverse proposte: dal controllo dei nuovi prodotti finanziari, alla separazione tra banche commerciali e d’affari; dai limiti ai derivati al controllo dei mercati over the counter o dello shadowbanking system. Si propongono diverse politiche fiscali e tassazioni dei paradisi fiscali (offshore). Occorre rilevare come già i documenti richiamati nel testo stiano producendo effetti importanti. Nel mondo dell’impact investing è spesso citato il posizionamento della Chiesa Cattolica e di Papa Francesco, segno che si stanno avendo effetti al di là delle realtà collegate alla Chiesa.
L’auspicio è che la concretezza del documento aiuti a smascherare il greenwashing in atto da parte di tanti operatori finanziari che offrono semplicemente “prodotti” di finanza eticamente orientati, ma non sono coerenti nelle loro attività finanziare in generale. Questo spazio viene chiaramente chiuso: occorre cambiare la finanza con coerenza verso il bene comune.
Don Michele Aramini